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Italian Grape Ale: birra e vino nello stesso bicchiere

La voglia di sperimentare da parte dei mastri birrai ultimamente è tanta.
Vengono realizzate birre con vari abbinamenti e uno di questi sta spopolando di gran lunga: parliamo del mosto d’uva. Per molti può rappresentare una cattiva idea ma c’è chi ha sempre voglia di testare nel mondo delle birre, soprattutto i consumatori che desiderano nuovi sapori e nuove idee. Il connubio, quindi, tra birra e vino è o non è un giusto accostamento? Scopiamolo insieme. Per prima cosa vogliamo specificare che la birra con il mostro d’uva non è una bevanda aromatizzata al vino, in quanto l’uva vera e propria viene inserita direttamente durante la produzione di essa. Il mosto d’uva viene utilizzato anche per attivare il processo delle fermentazioni spontanee che creano anche gradazioni importanti per non parlare dei sapori che vengono esaltata e rendono la birra bella corposa. In tutto ciò, il prodotto finale rimane LA birra a cui semplicemente è stato aggiunto un ingrediente in più, come nella produzione delle blanche.
Ovviamente il Beer Judge Certification Program di questo caso ha deciso di crearne uno stile, nello specifico parliamo delle Italian Grape Ale, dette IGA. La birra con il mostro d’uva quindi è italiana, ma non di invenzione. Infatti le prime sperimentazioni tra birra e uva, e i suoi derivati, partono dal Belgio e dall’America.


Quindi, che piaccia o no, la birra IGA ormai è una realtà affermata, che, diciamocelo, non è neanche male. Ma quali sono le caratteristiche della Italian Grape Ale? In realtà non esistono caratteristiche specifiche, ogni birra varia a seconda degli abbinamento tra tipologia di birre e uva.  Che venga aggiunto alla produzione mosto, uva o vinaccia, il risulta sarà ovviamente differente, anche a seconda della tipologia di frutto. Come per il vino, anche la birra IGA varia nel colore; a seconda dell’uva scelta, infatti, potremmo avere Italian Grape Ale rosse o Italian Grape Ale gialle.
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